Pontifical Oriental Institute

Damasco: Prisma di Speranza

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Il Pontificio Istituto Orientale da cento anni opera per la formazione a servizio delle Chiese orientali, in una posizione strategica di sviluppo delle attività di promozione culturali e accademiche, a sostegno dell’obiettivo più ampio e lungimirante già da tempo richiesto dall’Assemblea dei vescovi del Sinodo speciale per il Medio Oriente: su questi concetti operativi si fonda il servizio e la missione dell’Istituto stesso, che oggi si mostra rinnovata alla luce della nuova visione di un nuovo millennio e rispetto alle circostanze attuali drammatiche che vessano i paesi del Medio Oriente.
[vc_separator type=’full_width’ position=’center’ color=” thickness=’1′ up=’32’ down=’32’]La sfida, forse, sta proprio nella necessità di una più visibile partecipazione delle Chiese Orientali all’offerta formativa attraverso una cooperazione con il Pontificio Istituto Orientale che agevoli il processo di comunicazione per le nuove sfide educative come processo di “ricostruzione”.[vc_separator type=’full_width’ position=’center’ color=” thickness=’1′ up=’32’ down=’32’]
Le esigenze attuali sono da individuarsi nella mediazione della Compagnia di Gesù, a cui venne affidata la cura del nostro Pontificio Istituto che nel tempo ha formato gran parte dei rappresentanti a capo delle Chiese d’Oriente: Chiese a cui appartengono in maggioranza gli studenti del Pontificio Istituto Orientale. Senza dimenticare la missione immediatamente successiva in loco, talvolta partecipata nel servizio con quelle Chiese: un esempio per tutti è l’attività del JRS (Jesuit Refugee Service) o il servizio di accompagnamento spirituale.

 

In the context of the Centenary celebrations of the Pontifical Oriental Institute, an international conference entitled “Damascus: Prism of Hope” will offer an opportunity of exchange and dialogue regarding the reconstruction of a new vision and a prophetic future for the Middle East. The conference arises out of two concerns that emerged from the Jesuit Province of the Near East. First is the importance of identity and belonging as a primary ground of reconstruction. Second is how to educate for a realizable future after five years of conflict wherein it seems impossible even to speak of hope.

 

Nell’ambito delle celebrazioni del Centenario del Pontificio Istituto Orientale, il congresso internazionale “Damasco, prisma di speranze” vuole offrire una opportunità di confronto e dialogo rivolto alla ricostruzione di un’immagine nuova e al futuro profetico.

 

Il progetto di realizzazione sorge da due domande che arrivano dalla Provincia del prossimo oriente dei gesuiti che si interroga sui concetti di identità e appartenenza e su come educare al futuro dopo 5 anni di un conflitto dove sembra impossibile parlare di speranza.

 

Il Pontificio Istituto Orientale vuol porsi come “luogo simbolo” di conversazione per tematiche come “dignità” dell’uomo o di un intero popolo/comunità, con un’attenzione particolare ad una
visione sinottica geopolitica, attraverso i contesti educativo-religiosi rieducando a quel “linguaggio gentile” a sostegno di un futuro profetico.

 

L’evento si terrà a Roma dall’11 al 13 novembre 2016 e si parlerà nell’ambito delle sfide a cui la nostra missione formativo-educativa è chiamata a rispondere per il servizio alle Chiese e alle comunità dei cristiani d’oriente a partire dalla Siria, e per quelle situazioni drammatiche di fronte alle quali si impone una riflessione imprescindibile rispetto alla voce che è necessario offrire.

 

Le circostanze necessitano di essere esplicitate in un luogo di conversazione diverso e riteniamo che la nostra sede accademica per missione di fondazione possa essere quel luogo di apertura ad un dialogo di confronto e condivisione per la costruzione di un progetto più ampio, come autentica finalità di tutela e trasmissione del patrimonio culturale come patrimonio dell’umanità.

 

I lavori si svolgeranno in tre giornate dove si darà spazio anche a voci autoctone ed esperte, per creare un momento di confronto basato anche sulle testimonianze di realtà che operano ogni giorno sul territorio. La terza giornata, il 13 novembre 2016 avrà una valenza molto importante sulle prospettive di un “futuro profetico” con un momento di co-presenza delle Chiese Orientali e con ogni miglior auspicio con altri capi religiosi che da Damasco verso occidente possano testimoniare in questa sede gli ambiti di cooperazione generale.

 

Non per ultimo sarà sviluppata una comunicazione mirata, attraverso una linea editoriale dedicata al Congresso internazionale sulla Siria del prossimo novembre, tramite la struttura di comunicazione interna del Pontificio Istituto Orientale che è ritratto dal servizio editoriale. Questo consentirebbe la realizzazione di una “continuità di relazione” per la tutela del patrimonio cristiano del Vicino Oriente come obiettivo finale di un progetto culturale che vada a consolidare le radici cristiane dell’identità d’appartenenza. Il tutto con una prospettiva totalmente rinnovata, basata su di una speranza nuova verso le attese di una umanità che necessita di un “luogo” dove poter esplicitare e dare voce alle nuove esigenze educative fondate su quel futuro profetico del “ritorno” e della presenza.